Quando decidi di aprire un conto corrente, oltre ai costi per l’apertura e la gestione del conto (come canone, commissioni e invio dell’estratto conto) devi considerare anche il pagamento delle imposte relative a questo strumento bancario.
Nel nostro Paese le tasse previste dalla legge sul conto corrente sono due: l’imposta di bollo e la ritenuta fiscale sugli interessi creditori maturati sul conto. Vediamo insieme i dettagli.
L’imposta di bollo è una tassa dovuta per legge su tutti i conti correnti. Si tratta di un’imposta con un importo fisso, che può essere pagata in un’unica soluzione, una sola volta l’anno, oppure trimestralmente o mensilmente
Per le persone fisiche, l’imposta di bollo ha un importo pari a 34,20€ l’anno. Sono esentate dal pagamento dell’imposta di bollo le persone fisiche con un saldo medio annuale inferiore a 5.000€.
Per le persone giuridiche, invece, l’imposta di bollo è pari a 100€ l’anno, indipendentemente dal saldo medio annuale.
Molte banche, tuttavia, decidono di non addebitare l’importo dell’imposta di bollo e di farsene carico al posto del correntista: si tratta di un meccanismo tipico delle banche online che, abbattendo molti costi relativi alle filiali fisiche, possono proporre interessanti offerte sui conti correnti.
Se si maturano interessi creditori sulle somme depositate nel conto corrente è necessario pagare una ritenuta fiscale del 26% su tali interessi.
Gli interessi creditori, o interessi attivi, sono quella tipologia di interesse che la banca riconosce ai propri clienti per il deposito di un certo capitale che può essere utilizzato per le operazioni finanziarie.
Per calcolare gli interessi sul conto corrente, e di conseguenza anche la ritenuta fiscale, basta applicare la seguente formula: Interesse= (Capitale depositato * tasso di interesse * tempo) / 36500. Il risultato riporterà gli interessi lordi, ai quali bisogna quindi detrarre le spese sostenute per il conto corrente e la ritenuta fiscale.