Gli interessi bancari possono essere suddivisi in attivi e passivi e rappresentano il compenso dovuto per aver ricevuto una somma di denaro.
Nel caso di conti correnti e conti di deposito, la banca corrisponde al correntista interessi bancari per aver ricevuto in deposito un capitale che può essere utilizzato per operazioni finanziarie. Questo è il caso degli interessi attivi, solitamente maggiori nel caso di conti di deposito rispetto ai conti correnti, a fronte delle operazioni finanziarie che la banca effettuerà con il capitale investito dai correntisti. Gli interessi passivi invece rappresentano un costo e sono gli interessi dovuti nel caso di prestiti, mutui e finanziamenti: sono gli interessi pagati dal cliente all’istituto di credito che ha erogato la somma richiesta.
Normalmente gli interessi bancari sono indicati con una percentuale: è il tasso di interesse, l’ammontare dell’interesse applicato su un prestito, ossia l’importo della remunerazione che spetta al prestatore.
Oltre a tale percentuale, gli interessi bancari si differenziano per regime di capitalizzazione che può essere semplice o composto. L'interesse semplice è l'ammontare corrisposto al termine del tempo prestabilito del prestito o deposito, mentre si parla di interesse composto quando gli interessi maturati si aggiungono al capitale iniziale producendo a loro volta nuovi interessi.
Per calcolare l'ammontare degli interessi attivi, cioè il rendimento del denaro depositato in un conto corrente o in un conto deposito, è sufficiente conoscere il tasso d'interesse, l'ammontare del capitale depositato ed il periodo di tempo del deposito.
Per ottenere gli interessi lordi, infatti, basterà moltiplicare questi tre fattori e quindi dividere il risultato applicando questa formula: Interesse= (Capitale depositato * tasso di interesse * tempo) / 36500.Agli interessi lordi andranno poi sottratte le spese, le tasse e le imposte per ottenere la remunerazione netta del conto corrente o del conto deposito.
L'interesse applicato ad un prestito è normalmente rappresentato dal TAN (Tasso Nominale Annuo), una percentuale che indica gli interessi da restituire a fine prestito. Per un'informazione completa però è necessario conoscere un altro tipo di tasso di interesse: il TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale, un parametro che considera il rimborso del capitale, gli interessi, le spese (istruttoria della pratica, riscossione della rata, etc.) e le polizze assicurative associate al finanziamento. Il TAEG è quindi l'indicatore da prendere in considerazione per mettere a confronto prestiti e mutui, perché indica il costo totale del finanziamento su base annua.
Nella scelta del mutuo rientra anche il tipo di tasso di interesse che può essere variabile o restare fisso. Nel caso del tasso d’interesse fisso, questo rimane identico per tutta la durata del mutuo e identiche restano anche le rate nel loro importo e numero.
La scelta del tasso fisso può essere vantaggiosa chi vuole essere certo degli importi da pagare ogni mese, in modo da poter pianificare con precisione le spese future. Lo svantaggio è non poter usufruire di eventuali oscillazioni a ribasso dei tassi di interesse di mercato. Nel mutuo a tasso variabile il tasso può variare a cadenza prestabilita secondo l’andamento del mercato, modificando imprevedibilmente il numero e l’importo delle rate. È la scelta migliore se si è propensi al rischio e si vogliono sfruttare le opportunità di eventuali andamenti positivi dei tassi.
L’Euribor è uno dei parametri di riferimento principali dei tassi di interesse insieme a BCE e Eurirs:
La percentuale del tasso degli interessi bancari rappresenta solo una delle motivazioni di scelta di un mutuo, un prestito o un conto corrente, altresì importanti sono la sicurezza ma anche la facilità e la flessibilità delle operazioni bancarie.